Rubrica “Medicina in Mugello”. Il Prof. Oreste Musilli, Cardiologia e Cardiologia dello Sport
MUGELLO – Il Prof. Oreste Musilli, la cui specializzazione è in malattie dell’Apparato cardiovascolare, Cardiologia e Cardiologia dello Sport, da tanti anni è residente in Mugello ed effettua, presso lo Studio Elle il lunedì dalle 9.30 alle 13.00 e giovedì dalle 15.00 alle 19.00, visite specialistiche con elettrocardiogramma, diagnosticando qualsiasi eventuale problema legato al cuore e allo stato dell’attività elettrica svolta da questo organo nell’ambito del ciclo cardiaco. Ha insegnato per tanti anni all’Università degli Studi di Firenze con tante pubblicazioni accademiche in Medicina dello Sport. Dal 1970 fino a tutti gli anni ’80 è stato il consulente cardiologico del Prof. Vecchiet, il medico ufficiale della nazionale italiana di Calcio di quel periodo che fu anche il promotore della legge sull’idoneità all’attività sportiva agonistica e a quella non agonistica.
Prof. Musilli, tra i suoi meriti, si può dire che l’ecocardiografia in Toscana è iniziata con lei? Sì, insieme al prof. Fantini. Portai per primo gli ultrasuoni in Toscana nel 1974, credo d’essere il terzo o quarto ecografista d’Italia. Quando iniziai, funzionavano allora un ecografo a Milano, uno a Bologna, uno ad Ancona. E poi c’era il mio.
Nonostante sia una figura medica a livello nazionale e internazionale, abita in Mugello da tanto tempo. Sì, dal 1988 vicino al Ponte di Cimabue a Vicchio. Mia moglie, che ho conosciuto ad un circolo del tennis sotto piazzale Michelangelo, è di Sagginale. Io sono del Molise, quindi il paesaggio e il panorama, quelli degli Appennini, sebbene qui ci siano rilievi più “dolci”, sono quelli che preferisco. Volevo venire in campagna. E poi siamo a 35 minuti da Firenze. Quando abitavo a Roma in questo lasso di tempo non si andava da nessuna parte.
Attualmente è uno degli oltre 40 specialisti di Studio Elle a Borgo San Lorenzo. Qui di cosa si occupa? Di tutta la Cardiologia non invasiva che si può fare ad esclusione dei test ergometri diagnostici per coronaropatia, che vanno fatti in ospedale. In Studio Elle si fanno l’ecocardiografia con doppler continuo, pulsato e a colori; si fa l’elettrocardiogramma, la visita cardiologica, il monitoraggio dell’holter sia cardiaco che pressorio per la pressione arteriosa.
Quali patologie diagnostica più spesso e più raramente? Per quanto riguarda le patologie specifiche oggi si lavora soprattuto per quanto riguarda la cardiopatia ischemica, quindi malattie delle coronarie, soprattutto in relazione ad una popolazione di una certa età, e valvulopatie, cioè della mitrale e della aortica. E’ difficile oggi trovare malattie congenite che poi fanno più parte della Cardiologia giovanile, e che sono diagnosticate in sede neonatale o pre-natale. A volte, per fortuna raramente, si può trovare qualche tumore del cuore, come il mixoma dell’atrio sinistro. Principalmente andiamo a rilevare malattie di tipo quasi degenerativo legate all’età e qualche volta a diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemie, date spesso da modelli di vita non adeguati. Poco movimento, diete sbagliate.
I suoi pazienti sono anche giovani? Certo. Per quanto riguarda le cardiopatie, si può trovare inspiegabilmente in ragazzi che fanno sport malattie congenite dell’aorta, come la bicuspide, a volte il prolasso della mitrale. Questa malattia fu riscontrata anche in un giocatore professionista della Fiorentina, anni fa. A volte ci sono dei disturbi della conduzione elettrica cardiaca, come la malattia di Wolff Parkinson White, che può essere pericolosa.
Malattie pericolose tra le cardiopatie sportive. Tristi fatti di cronaca sono le morti in campo durante le partite. Ci può spiegare come avvengono? Intanto lei mi immagino sia favorevole ai defibrillatori negli impianti sportivi. Sicuramente favorevole a tutto quello che serve per salvare la vita di un atleta. Per le morti improvvise la faccenda è più complicata di quello che si possa pensare. Perché possono avvenire per malattie indiagnosticabili o di cui comunque è difficile fare una diagnosi. Mi viene in mente per esempio l’aritmogena del ventricolo destro, che a volte sfugge all’elettrocardiogramma e all’ecocardiogramma. O la sindrome di Brugada che dà morti aritmiche. Un cardiologo esperto la può diagnosticare con modeste alterazioni dell’elettrocardiogramma. E poi ci sono tante altre morti aritmiche che si basano sulle canalopatie, alterazioni al passaggio di elettroliti attraverso le membrane cellulari, spesso anche qui non possibili da diagnosticare. Su queste però siamo in modeste percentuali, sotto l’uno per mille, fortunatamente
Di certo, al di là dei casi rari, un “tagliando” al proprio cuore è sempre bene farlo.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 gennaio 2017